Con Inquieto geometrico Studio Guastalla propone le opere di un gruppo di artisti, Aricò, Carrino, Castellani, Colombo, Dadamaino, Nigro, Spagnulo, Varisco, che guardano al Costruttivismo e allo Spazialismo di Fontana, maestro di un’intera generazione, per superare le barriere tra pittura, scenografia, scultura, architettura. Opere che si inseriscono nell’ambiente e diventano esse stesse ambiente, spazi che attivano percezioni e comportamenti, strutture solide, materiali industriali, disegni progettuali, geometrie modulari, vibrazioni di luce sulla superficie. Lavori che vanno oltre l’idea di una unicità e preziosità dell’opera, per diventare opere partecipative, di interazione e collaborazione.
Artisti che si muovono principalmente sulla scena milanese tra gli anni sessanta e settanta, anni di grande vitalità artistica in una dimensione urbana metropolitana, nell’unica città italiana di respiro internazionale, metropoli in divenire, palcoscenico di violenza e incubatore di creatività e di impegno sociale nello stesso tempo.
In una città produttiva, in cui fervono attività legate all’industria, al commercio, alla comunicazione, in costante espansione e trasformazione urbanistica, pittuura e scultura si intrecciano all’architettura, al design, alla grafica pubblicitaria. Uno “spazio aperto” alla sperimentazione, per opere che sono esse stesse “spazi aperti”, perché la geometria non è regola fissa, costrittiva, ma si apre allo scarto, al movimento, all’inquietudine.
La mostra è organizzata in collaborazione con Bruno Grossetti con opere della collezione storica del Salone Annunciata (di Carlo Grossetti - 1958), Studio Carlo Grossetti (1977), Grossetti Arte Contemporanea (1997) storiche gallerie milanesi che hanno promosso a partire dagli anni Sessanta il lavoro di questi artisti con mostre private e pubbliche che hanno rappresentato pietre miliari del loro percorso.