INAUGURAZIONE:
Giovedì 15 Maggio 2014 dalle ore 18.30
Dal 16 Maggio al 3 Giugno 2014
ORARI:
Lunedì: 15.30 - 19.00 Da martedì a venerdì: 12.00 - 19.00
Sabato e Domenica su appuntamento: 340 9761686
Chiuso i festivi
Per ulteriori informazioni scrivere a: galleria@grossettiart.it
Artisti vari
Dal 16 Maggio al 3 Giugno 2014
È con grande piacere che invito amici, artisti e colleghi all’inaugurazione della nuova Galleria Grossetti Arte.
Lo spazio, presentato in occasione del mio cinquantesimo compleanno lo scorso dicembre, diviene così il nuovo centro artistico, un laboratorio di idee, di studio e di confronto per giovani artisti e intellettuali desiderosi di contribuire al rinnovamento e alla difesa dell’arte, rimanendo comunque punto di riferimento per mercanti e collezionisti nella ricerca di opere di maestri contemporanei e nuove proposte.
In questa esposizione propongo una selezione di opere di artisti con cui la famiglia Grossetti ha collaborato fin dalla fine degli anni Cinquanta producendo lavori e mostre per un pubblico non solo milanese.
Molti di questi artisti, tra i quali Rodolfo Aricò, Dadamaino, Hans Hermann, Mario Nigro e Giuseppe Spagnulo, infatti, grazie alla promozione internazionale della Galleria, sono stati esposti in diversi musei e gallerie di tutto il mondo.
Una particolare attenzione per le nuove generazioni, con lavori di medie e grandi dimensioni di Mats Bergquist, Tancredi Mangano, Walter Cascio, Antonella Zazzera e Daniele Nitti Sotres, per sottolineare la mia attenzione a proseguire il lavoro di gallerista.
Guida alla mostra:
Entrando in galleria ci accoglie una parete interamente dedicata all’artista Hans Hermann. TransDeReStrutturazione.
Questo il titolo delle singole opere che, così installate, formano un cosmo che dal centro si espande verso l’esterno; uno scorrimento di energie prodotte da microscopiche incisioni, eseguite con un bisturi su carte e cartoni da packaging di beni di consumo riciclati. Si compone così un fondo vibrante con scritture evidenti presenze dell'umana specie contemporanea. Questo Pánta rhêi ci ricorda la follia del lavoro di Roman Opałka sul “fare, essere e il tempo”.
A seguire, una lezione di estetica, sulla genesi e la rivoluzione della forma, si apre con le opere di opere di Giuseppe Spagnulo, lavori su carta, cartone e ferro, ancora una volta il concetto-forma trova nuova vita nella sua elaborazione in venticinque anni di lavoro (1971-1995).
Uno spettacolare lavoro, Rilievo modulare a scaglie di Dadamaino (1960), sottolinea una forma ripetuta e un gesto attivo, mai freddo, che ci ricollega ai lavori di Spagnulo e di Hermann introducendo la sezione dedicata a Rodolfo Aricò; mi sono sbizzarrito nel scegliere quattro lavori e due carte di questo artista, realizzati tra il ’64 e il ’66: la stessa forma viene analizzata e sviluppata tra la pittura informale e l’assoluto rigore geometrico con l’Assonometria rossa del 1966. Primogenia di quei lavori cosiddetti Tele sagomate che porteranno Aricò alla Biennale di Venezia del 1972 (la prima partecipazione già nel ’64), e di conseguenza, in diverse gallerie e musei negli Stati Uniti e in tutta Europa.
Un “cantico” assoluto in due Tempi totali di Mario Nigro (1970 ca.) che, ancora una volta, anche se in maniera quasi matematico-musicale, racchiudono lo stesso Pánta rhêi già citatio in apertura con Hans Hermann.
Una parete importante è dedicata alle Pioniere di Tancredi Mangano. Questo lavoro è l’evoluzione di Inabitanti (2003-2005) ed Eden (2005-2007) esposti rispettivamente alla mostra Italian Genius Now - Casa dolce Casa nel Padiglione Italia, per l’Expo 2010 di Shanghai e, in seguito, a San Paolo del Brasile; un gruppo di 108 polaroids, appartenenti alla serie completa di 290 polaroids inedite, qui raggruppate in 18 campi da sei pezzi cada uno.
Sorprendente la visione di piccole piante cresciute tra il tessuto architettonico, esseri che dal cemento, pietre e asfalto, riconquistano con forza e poesia il centro dell’immagine e della vita stessa. Ultime nate, le inedite e spiazzanti sue sculture dove il rapporto tra natura e uomo trova equilibrio ed eleganza nella metafora formale.
Il bolognese Walter Cascio presenta 4 piccole terracotte inedite, installate in una spirale idea degna di Fibonacci. Ognuna di queste, modulata in ritmi geometrici, tra Mondrian e Terragni, crea "abitazioni metafisiche di pensieri".
Il capolavoro di Mats Bergquist, Shadow of a smile (2014), emerge imponente nella sua assoluta dicotomia: grande legno lavorato a encausto bianco che racchiude tutto il dualismo della nostra esistenza in un gesto. A latere, un dittico Concavo-Convesso che ancora una volta dimostra l’evoluzione di una forma e di una postura dell'artista nel suo creare.
Inoltre, due segnali di scultura dai giovani artisti Daniele Sotres Nitti e Antonella Zazzera completano l’originalità di questo mio percorso / suggellano il carattere di questa mostra.
Nel mese di giugno (seguirà comunicazione data) la galleria partecipa al Festival della Fotografia con una selezione di opere da Ugo Mulas alle ultime generazioni.